Pembrolizumab versus chemioterapia per tumore al polmone non-a-piccole cellule precedentemente non-trattato, con espressione di PD-L1, localmente avanzato o metastatico: studio KEYNOTE-042


La monoterapia con Pembrolizumab ( Keytruda ) di prima linea migliora la sopravvivenza generale e libera da progressione nei pazienti con tumore polmonare metastatico non-a-piccole cellule non-trattato con un punteggio TPS ( Tumor Proportion Score ) di PD-L1 del 50% o superiore.

È stata studiata la sopravvivenza globale ( OS ) dopo il trattamento in monoterapia con Pembrolizumab nei pazienti con PD-L1 TPS dell'1% o superiore.

Lo studio di fase 3, randomizzato, in aperto, è stato condotto in 213 Centri medici in 32 Paesi. I pazienti eleggibili erano adulti a partire da 18 anni di età con tumore polmonare non-a-piccole cellule localmente avanzato o metastatico non-trattato in precedenza, senza una mutazione sensibilizzante di EGFR o traslocazione di ALK, e con ECOG performance status di O o 1, aspettativa di vita di 3 mesi o più e un PD-L1 TPS dell'1% o superiore.

La randomizzazione è stata stratificata per regione di arruolamento ( Asia orientale rispetto al resto del mondo ), punteggio ECOG ( 0 vs 1 ), istologia ( squamosa versus non-squamosa ) e PD-L1 TPS ( maggiore o uguale al 50% vs 1-49% ).
I pazienti arruolati sono stati assegnati casualmente a ricevere Pembrolizumab 200 mg ogni 3 settimane per un massimo di 35 cicli o chemioterapia a base di Platino scelta dallo sperimentatore per 4 o 6 cicli.

Gli endpoint primari erano la sopravvivenza globale nei pazienti con TPS del 50% o superiore, 20% o superiore e 1% o superiore ( soglie di significatività unilaterali, P=0.0122, P=0.0120 e P=0.0124, rispettivamente ) nella popolazione intention-to-treat, valutata sequenzialmente se i risultati precedenti erano significativi.

Dal 2014 al 2017, 1.274 pazienti ( 902 uomini, 372 donne, età media 63 anni ) con un PD-L1 TPS dell'1% o superiore sono stati assegnati a Pembrolizumab ( n=637 ) o chemioterapia ( n=637 ) e inclusi nella popolazione intention-to-treat.

599 ( 47% ) avevano un TPS del 50% o superiore e 818 ( 64% ) avevano un TPS del 20% o superiore.

A partire dal 2018, il follow-up mediano è stato di 12.8 mesi.

La sopravvivenza globale è risultata significativamente più lunga nel gruppo Pembrolizumab rispetto al gruppo chemioterapia in tutte e tre le popolazioni di TPS ( 50% o superiore, hazard ratio, HR=0.69, P=0.0003; maggiore o uguale al 20% 0.77, P=0.0020 e maggiore o uguale all’1% 0.81, P=0.0018 ).

I valori mediani di sopravvivenza per popolazione di TPS sono stati 20.0 mesi per Pembrolizumab rispetto a 12.2 mesi per la chemioterapia, 17.7 mesi vs 13.0 mesi e 16.7 mesi vs 12.1 mesi, rispettivamente.

Eventi avversi correlati al trattamento di grado 3 o maggiore si sono verificati in 113 su 636 pazienti ( 18% ) trattati nel gruppo Pembrolizumab e in 252 su 615 ( 41% ) nel gruppo trattato con chemioterapia, con decesso, rispettivamente, in 13 ( 2% ) e 14 ( 2% ) dei pazienti.

Dallo studio è emerso che la monoterapia con Pembrolizumab possa essere estesa come terapia di prima linea ai pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule localmente avanzato o metastatico senza alterazioni sensibilizzanti di EGFR o ALK e con basso punteggio PD-L1 TPS. ( Xagena2019 )

Mok TSK et al, Lancet 2019; 393: 1819-1830

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